Testo
Riassuntivo Di Simonetta Della Scala (direttrice porpore.com)
per la Conferenza Stampa del 5.5.2006 svoltasi presso La Libreria Feltrinelli International via Cavour 12 Firenze ore 12.00
Porpore
Essere
al porto,
dai
tufi bianchi,
il
padrone accusato,
sesso
fra i dazi,
come
unica porta.
Se
recipere,
ex
alto invehi,
penetrare.
Uno
solo può tutto,
dal
retroscena
imperla
al
suo nescio quid. SDS
Porpore vi
dà il benvenuto alla Conferenza stampa di presentazione della sua sempre viva ed
aggiornata attività.
Porpore, Laboratorio di costume e varia cultura
contemporanea
Associazione culturale Diretti da Simonetta Della Scala,
esiste e si rinnova
confermando
la sua
LOTTA
CONTRO L'AFASIA LARGAMENTE DIFFUSA, PER DIMOSTRARE CHE LA COSTRUZIONE DI UNA REALTA’ "ALTRA" FONDATA SOLO SUL PRINCIPIO
DELLA QUALITA’ E’ POSSIBILE ED AUSPICABILE E PER DIFFERENZIARSI DA RIVISTE DI
STAMPO GENERALISTA OVE IL LINGUAGGIO NON RISULTA CHE UN VUOTO STRUMENTO
SENZ’ANIMA; PORPORE UTILIZZA SPESSO AL SUO INTERNO LESSICI SPECIALISTICI O
DICHIARATAMENTE ARTISTICI PER UNA
RISEMANTIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO STESSO IN TUTTI I SUOI ASPETTI ( SI PRESTA INFATTI
MASSIMA CURA AL DENSO E MAGICO SEMA DI CUI E’ CUSTODE OGNI LEMMA)...
Il progetto rinasce e
si riconferma, dopo una breve sospensione, per dimostrare la sua rinnovata
forza propulsiva, il suo instancabile desiderio di ricerca e di comunicazione,
con sempre crescente entusiasmo oltre le oggettive difficoltà.
La nuova
articolazione della rivista web prevede la divisione in quattro sezioni per
agevolarne la lettura; una prima sezione è data dall’editoriale che io
considero come la porta d’ingresso nella realtà di Porpore, quasi un passaggio
segreto e arcano, e dall’esposizione delle caratteristiche principali dello
spettacolo di teatro sperimentale che la rivista ha in programmazione di
creare, una seconda parte è data dalla pura saggistica, una terza denominata
suggestioni dà spazio alla piena creatività ed un’ultima ove ci si rivolge alla
posta di lettori possibili.
Porpore è
formata da un gruppo eterogeneo di artisti e cultori di vari ambiti, che
esplorano da individuali angoli prospettici, ciò con cui i loro cangianti e
dissimili caratteri, vengono, per caso, o intenzione, a contatto. Per rivista laboratorio
di costume e varia cultura intendiamo, appunto, un organismo agile e policromo,
ove ogni cellula o rubrica componga un pur modesto tassello del contemporaneo
che ci gira attorno o in cui percepiamo di essere immersi.
Promuoviamo inoltre, eventi di Contaminazioni Creative (performance) fra i
molteplici e inesauribili aspetti dell'arte.
Per questo
ci tengo a precisare che siamo sempre alla ricerca di nuovi redattori e
scrittori, artisti che si mettano in contatto con noi, e siamo curiosi ed
aperti alle sperimentazioni più difformi
Alla base dell’impianto di porpore poniamo dunque domande aperte sul
tema dell’alterità, centro propulsore della filosofia alla base del progetto.
Ci
proponiamo, come accennato dunque, proprio una sorta di dialogo con l’Alterità.
Ora
ciò parrebbe presupporre da parte nostra la sicurezza almeno dell’esistenza di
un unico e saldo io interrogante, cosa che riteniamo assolutamente fallace
percependo invece distintamente un io multiplo, che si dà e si darà sempre,
appunto, come uno, nessuno, centomila.
Chi
è in grado allora di cogliere ed aderire o appropriarsi dell’altro? Ed è
possibile giungere ad esso?
E
non è forse l’Altro solo un’ulteriore molteplicità, “un’altra” frantumazione?
Ed
il dialogo, così facilmente postulato or ora rimane un’esperienza possibile o
è solo un mero scontro tra metafisiche alla Derrida?
Esiste,
ci chiediamo, uno spazio, anche minimo di permeazione e penetrazione
dell’altro?
Inserendoci
in questo pertugio, ammesso che lo abbiamo trovato, siamo di fronte ad un io
multiplo in più che si scompone e si rende afferrabile solo nei suoi mille
frantumi, nei suoi dolorosi frammenti, piccole tessere di un mosaico
sconosciuto, come specchi disintegrati? Forse io non sono che una verità
inconscia a cui non potrò mai approdare come sostiene Lacan. Sono la menzogna
di me stesso?
Allora
possiamo parlare soltanto di minute superfici specchianti che riflettono
all’infinito altri specchi infiniti?
Crediamo
talvolta di trovarci in un là spazialmente nuovo, crediamo che esista un
altrove.
Ma
ci scopriamo mai davvero distanti da ciò che avremmo voluto lasciare? Ma siamo
rimasti immobili? Siamo rimasti immobili?
Esiste
la possibilità di un viaggio, di un’uscita da questo noi stessi onnipresente ed
ingombrante, esiste un altrove? Esiste l’altro? Chi sei tu che adesso mi parli?
Io ti invento, ti immagino, ti filtro, o ti vedo davvero? Restiamo monadi che
si scrutano anche quando reputiamo di fonderci, di non essere più separati? Ci
lasciamo accadere quali eventi oscuri e aggressivi, ci lasciamo cadere nei profondi
miraggi aggregati d’intorno? Cosa posso porgerti di me, cosa ti espongo
scivolando via come in una muta dalla mia pelle di serpente? Cos’è il mio nudo?
Chi è quest’io che ti nomina, dove finisce la sete di volerti in me, dove
inizia la tua sete di cercarmi?
E
in quale momento io esisto per te, dove la mia vacillante, umile
scarnificazione si spoglia di sé , dell’io, di ogni cascame da dosso?
Che si ceda e che ci sia dato l’Altro in vortice, che siamo spirali, siamo
greto freddo e incandescente, illudiamoci per un po’ di contenere un mistero.
Registriamo
l’assoluto venir meno del concetto di fidatezza del reale.
Registriamo
la non salvaguardia dell’essere da parte di alcunché.
Registriamo
il suo poggiare costante sulle sabbie mobili.
Non
diamo e non abbiamo nessuna Verità: le nostre opinioni qui esposte sono
decostruibili facilmente individuando i punti in cui proponiamo, talvolta
inconsapevolmente, degli assunti ingiustificati, dei meri postulati.
Posso
fuggire? Per ogni dove accessi negati, sono senza libertà o esiste un’altro
paese, un’altra riva?
La
rivista Porpore è un organismo proteiforme allora, che si può ricreare
all’infinito in un gioco di smontaggi puramente decostruzionista.
Dunque sentiamo l’urgenza di porci in una dimensione dialogante con un
tu cercato strenuamente ma, inevitabilmente fatto di “asparizione”, un tu che
esiste fortissimamente come percezione e desiderio ma che sfugge
all’imbrigliamento in una dimensione di realtà certa.
Ed
è questa la sfida massima, per l’essere solo e non salvaguardato, volersi
incontrare con un altro non essere, con un’altra x-loquente che parla da un
lontano universo e che rimane inafferrabile nella sua interezza.
Dunque ho fondato e dirigo
Porpore come rivista, laboratorio ed associazione culturale, (www.porpore.com)
ed abbinato ad essa spettacoli sul territorio, come unico, inscindibile
progetto, operativamente dal 25 giugno 2002. Porpore è quindi una “creatura”
duplice, troverete la parte di saggistica e creatività sul sito, di varia ed ampia
argomentazione culturale e con particolare attenzione agli artisti esordienti
in ogni settore, come già si è detto; e la creazione attraverso un piccolo
stabile, di sperimentazioni teatrali su territorio, come ricerca ulteriore di
fin dove si possano tendere e compenetrare i possibili volti dell’arte.
Ho sempre lasciato totale
libertà di gestione e di taglio delle singole rubriche a chi ne è titolare, in
modo tale che oltre il suo sapere si potessero intravedere anche le dissimili
ed eterogenee personalità che sono dietro ad uno scritto. Dunque dalle
rubriche, fatta eccezione per i valori etici fondamentali che non possono mai
venire meno, desidero che emergano, insieme alle dissertazioni culturali, anche
alcuni frammenti delle caratteristiche peculiari dei redattori, perché ogni
angolo, “rubrica” appunto, divenga un microcosmo specchiante l’interiorità
dell’autore medesimo, senza una norma o mano di calce uniformante.
Per ciò che concerne invece
più specificatamente gli spettacoli, in cui porto provocatoriamente e
disorganicamente in scena testi di narratori e poeti inediti, per infondere
loro anche la potenzialità di un’altra vita, essi constano di performances
sperimentali dunque, di contaminazioni fra le arti, in cui ogni grana del mondo
artistico risulti allo stesso modo protagonista e si compenetri, almeno negli
intenti, con gli altri elementi, in una fusione o interazione sempre attiva.
Nei suoi spettacoli, ogni volta dissimili fra loro, lavorando
soprattutto a fondo sulla creazione scenica e sulla ricerca dei
linguaggi comunicativi possibili, ed utilizzando sempre diverse sorprese,
Porpore mantiene, come linea guida, una sorta di principio dello staniamento,
del contrasto, fra recitativo, luci, suoni, musica, costumi, danza,
scenografia, pittura estemporanea, trucco, interpretazione, movimenti corporei,
uso di oggetti scenici etc... Le performances, si formano in base ai noti
principi mutuati dal terzo teatro ma non solo, di una costruzione che
parte dalla creatività dei partecipanti, e li mette pertanto in gioco
totalmente, e non da idee precostituite. Si porgono in esse
anche citazioni e spunti dall'universo artistico di ampio spettro
ed operazioni concettuali mirate.
Porpore ha sempre
utilizzato e scelto il web come archivio che renda presentificabili i numeri
precedenti e permetta pertanto, a differenza di altri supporti, una
consultabilità continua ed attiva in merito a tutto il materiale creato in
precedenza, che ivi si trova disponibile alla lettura.
Ritengo indispensabile e
fruttuoso creare scambi con chi ha il nostro stesso entusiasmo. Quello che ne
potrebbe nascere sarebbe di sicuro molto stimolante. Ci piace ampliare
la nostra cerchia di contatti anche con idee nuove, con realtà artistiche
diverse dalla nostra ,(recente ma già molto vivida è la collaborazione stretta
con l’Associazione Culturale Aliart www.aliart.it). [Non creiamo steccati fra
generi, tendenze, modalità espressive, anzi, cerchiamo costantemente la
contaminazione, la sperimentazione, il costruttivo confronto].
Le difficoltà che esistono
in questo settore, sono in primis di carattere economico di sussistenza, perché
le sovvenzioni, sono difficili da raggiungere e sponsor disposti a rischiare in
un investimento culturale di una realtà giovanile emergente, fino ad ora non ne
abbiamo trovati, e le spese da sostenere sono molto elevate... Inoltre per
quello che vedo dagli inediti ad esempio di poesia, (ma il discorso è
estensibile ad altri settori) e che analizzo, è che ci sono taluni soggetti,
emancipati dai modelli o dal “poetichese”, non noti ai più però, e che decidono
anche di intraprendere un tragitto esistenziale proprio e di autentica ricerca
linguistica. Il problema è che questi artisti di rado trovano sbocchi consoni.
Percepisco mura culturali molto alte detenute da pochi eletti che decidono
attraverso il proprio insindacabile criterio di gusto. Percepisco difficoltà a
penetrare quelle spesse cortine, anche e soprattutto con prodotti di valore.
Un altro problema è, a mio
parere, che la cultura in genere e poetica in particolar modo, nonostante il
proliferare di sedicenti scrittori, è tutt’oggi un fenomeno di nicchia.
Prioritario sarebbe
invece riuscire a far sussistere anche economicamente il progetto senza
snaturarlo mai.
Anche per questo si rende
necessario, senza, ci tengo a precisare, affiancarsi ad un mondo che si
preoccupa di valori altri, far vivere i testi, attraverso un lavoro
performativo rigoroso e serio sui territori, e sperimentare, oltre le
possibilità della lingua, la vita che può scaturire dal lavoro
scrittorio.
La poesia sussisterà, se ha
valore, oltre questi tempi anche da sola, ma oggi si deve, a mio parere, più
che mai, porgerla attraverso le inesauribili facce del poliedro artistico.
Ed ora un
brevissimo assaggio dello spettacolo già in preparazione.
Porpore
in collaborazione con Aliart
presentano
per la stagione 2006-2007
“SPIRE:
teatro totale”
(Contaminazioni
fra le arti, Teatro sperimentale)
Tematica di Massima
(parte
attoriale)
Spaccato
sulla Relazione in senso ampio ed in particolare sulle dinamiche di rapporto e
ricerca nella coppia uomo-donna indagate attraverso sensualità plastica, tempi
drammatici, di tensione, oppure ludici, di totale spiazzamento con inserti
surrealistici, analisi anche sulla coincidentia oppositorum di tali situazioni,
dunque sull’ironia di un contesto che si può rovesciare completamente nel suo
opposto. Utilizzo dell’ elemento sorpresa. Azioni e parole sempre in movimento
apparentemente destrutturate ma assolutamente calibrate anche con l’utilizzo di
musiche ed oggetti scenici.
Incomunicabilità
dunque o vicinanza bruciante fino all’intersezione di mente e sensi, confluenza
questa potenzialmente dolorosa, esistenzialmente densissima.
Indifferenza,
gioco, o contatto estremo.
Spettacolo
nel progetto intenso, anche come vasta ricerca esistenziale appunto, dei
personaggi singoli specchiati con se stessi, senza la contemplazione di mezze
misure. Mai. Tinte emozionalmente forti.
Intervento
performativo Di Simonetta Della Scala ed Alessio Nieddu durante la
Conferenza Stampa (su
un testo di Simonetta Della Scala):
So che mi mancherai come terra inferocita, sabbioso, croci di tortura nel
cancro friabile che mi getti indosso fuggendo. Ma non sei altro da me. Ed io
non conosco misura per lasciarti. Torsione in assenza di requie.
In
itinere
Le sadiche vergini addentano le tue mani protese.
Scavi sulla lacca per fermare il dolore.
Di lux vergare ogni vergine al tuo vizzo.
Oltre te aghi, ossessione soltanto, oltre me: muoviti danse, e sei tu.
Mi hai lasciato la morte su asini asciutti.
Parlo senza distinta, viatico, origine.
Sento nettàre da quei vascelli che risuonano al ventre.
Sei tu con un basco bianco a non esistere,
sei tu che mi cerchi frastornato senza realtà.
consumarti di materia
scuotere la dama gitana
che mi insabbia di nostalgia.
Hai voluto lasciarmi, non ho potuto lasciarti.
E sangue il turbine a monadi estese.
Hai voluto che fossi una membrana.
sensi, tuoi sensi.
E quando di alloro saprà la tua bocca,
quando trarrai di uncino dalle labbra in me,
mi vestirò di torcia
per cessare, un attimo, solo un attimo, di carezzarti.
Obiettivi di medio-lungo termine
(Il mio primario obiettivo,
anche esistenziale se vogliamo, sarebbe quello di creare uno spazio di
visibilità per Porpore sempre più vasto, anche se è una lotta continua, perché
so di avere qualcosa di qualità da dare, ma ho bisogno anche che più di una
persona ne venga a contatto, non ha senso per me una turris eburnea culturale ...
Poi il mio desiderio è quello di ampliare sempre più il coro di voci dei
redattori e degli artisti attivi nel progetto e che lo avvertano anche come
proprio non come mia derivazione, per la policromia suddetta a cui tengo molto
e inoltre prioritario sarebbe riuscire a trovare il modo per far sussistere
anche economicamente il progetto senza snaturarlo mai. Come una madre per una
figlia il mio sogno più a lungo termine sarebbe quello di aver creato una
Realtà autosufficiente che si regge in piedi anche da sola senza il bisogno
estremo che ora ha di me in quanto direttrice ed altro. ) SDS.
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